Contemporanea

Sperimentale Anni ‘70 // Fabrizio Plessi

a cura di Graziano Menolascina

Alla fine degli anni Sessanta il mondo dell’arte, del cinema e della televisione si intersecano scoprendo l’esistenza di nuovi linguaggi comuni attraverso i quali comunicare in maniera creativa; artisti sempre in evoluzione con nuove tecniche e nuove tematiche da raccontare.
Ricordiamo la nascita della video art con il gruppo Fluxus, un network internazionale di sperimentatori provenienti da discipline diverse e soprattutto da culture e paesi diversi. Questo connubio tra musica, danza, cinema ed altre forme artistiche ha dato vita all’interazione fra culture generando performance incredibili dal sapore interamente innovativo e unico nel suo genere. Una vera rivoluzione innovativa che ha coinvolto artisti da ogni paese anticipando quel concetto che oggi viene definito “globalizzazione”. Ricordiamo George Maiunas dalle origini lituane, il coreano Nan June Paik, il tedesco Wolf Vostel, lo statunitense Bill viola, sino al nostro italianissimo Fabrizio Plessi. Sperimentale sin dagli anni Settanta con un chiodo fisso nella testa, quello per l’acqua da sempre rappresentata ed inserita concettualmente nei suoi lavori.
Oltre alla eccellente progettualità, Plessi scava più in profondità dando a questo elemento una grande valenza estetica. L’acqua prima di tutto è la sorgente della vita, la matrice che sotto forma di liquido amniotico e di acqua primordiale preserva e dà inizio a tutto. Nelle antiche cosmogonie l’acqua è un principio vitale inteso come mezzo di rigenerazione. Per esempio, nella forma della pioggia rende la terra fertile e feconda. La goccia, l’infinitamente piccolo, contiene l’infinitamente grande, così come il seme contiene tutte le informazioni per dar seguito allo sviluppo della vita. Per Plessi l’acqua non è solo un mezzo che rende la spettacolarizzazione dell’opera, al contrario è un elemento molto sottile, è imprendibile. Parliamo di un elemento molto sottile: l’acqua sotto forma di vapore sale verso il cielo caricandosi di energie astrali e riscende sotto forma di pioggia sulla terra, creando quell’asse spirituale che unisce il terrestre al divino come nell’opera “Mari Verticali” del 2010.
Fabrizio Plessi attraverso la sua ricerca ci descrive in maniera quasi mitologica e metaforica un elemento flessibile che cambia continuamente forma, adattandosi alle circostanze, aggirando gli ostacoli, dalla sorgente al mare, evolvendosi di forma e volume, diventando torrente prima e fiume dopo nell’opera “Il fiume della storia” del 1996.

FORMATO 24 X 22 CM | BROSSURA
ISBN  9788899928544 | PAG. 48 | EURO 20,00
COLLANA: Tempora
USCITA: ottobre 2019
TARGET: arte moderna e contemporanea

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