Contemporanea

Amare stanca // Giuseppe Villano

villano_copertina_lowEsiste un legame tra l’orrore e la bellezza? È falso che siano uno riconducibile all’altra? Oppure bellezza è figlia dell’orrore? Il bello non è forse la parata immaginata dall’uomo per contenere l’orrore? Perché la pittura, assieme ad altre arti, si è tante volte compiaciuta di raffigurare l’orrore, rappresentando, un secolo dopo l’altro, la decapitazione del Battista, di Oloferne o di Golia?
L’artista, come la Medusa, ha il singolare potere di gettare lo sguardo sul mondo, immobilizzarne gli aspetti e staccarne un frammento.
L’artista si riconnette così al Sacro, allo spirituale e all’indicibile, e – alla fine – all’idea di Infinito, cercando dentro di sé e sopra di sé, proteggendosi dalla paura di quello stesso infinito.

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Giuseppe Villano, nato a Milano negli anni ‘60 (più o meno), è per metà cilentano e per metà vesuviano.Ritornato al sud, dopo una permanenza di circa vent’anni sul lago di Bracciano (Roma), già pubblico ministero onorario pentito e poi amministratore di beni sequestrati alla mafia (anche in questo caso pentito), si è diviso tra l’avvocatura (in difesa – in ordine temporale – di extracomunitari, lavoratori e vittime delle banche) ed una vita artisticamente vissuta. Ex pallanuotista e tipo ippocrateo sanguigno, è attualmente residente nel quartiere Stella a Napoli. Non votante da 25 anni, reclama il suo diritto all’utopia e alla coerenza. Nel 2037 lascerà che i suoi lavori camminino nel mondo dell’arte per non morire di verità e di realtà…


Giuseppe Villano
Amare stanca. Guazzabuglio olistico di racconti e quadri

formato 17×24 cm. | brossura
isbn 9788899928377
pag. 80 | euro 12,90
target: collezionisti, appassionati d’arte, giornalisti d’arte

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